Durante la gravidanza, la salute della madre e del feto è una priorità assoluta. Uno degli aspetti chiave per garantire una gravidanza sicura e una crescita sana del bambino è il monitoraggio regolare attraverso esami del sangue specifici.
Gli esami del sangue da fare in gravidanza, infatti, offrono una preziosa finestra sullo stato di salute materna, permettendo ai medici di identificare e trattare tempestivamente eventuali problemi che potrebbero compromettere il benessere della madre e del nascituro.
I Piani Sanitari erogati dal Fondo Sanimoda prevedono il pagamento delle “Analisi del sangue per il monitoraggio della gravidanza”, nell’ambito del cosiddetto “Pacchetto Maternità”. Per maggiori informazioni, invitiamo a consultare la guida al proprio Piano Sanitario, disponibile qui.
Approfondiamo insieme, e vediamo quali sono alcuni degli esami del sangue da fare in gravidanza per il monitoraggio dello stato di salute della madre e del bambino.
Test dell’ormone Beta hCG
Di cosa parliamo in questo articolo
La prima cosa da fare è, banalmente, accertarsi dell’avvenuto concepimento e dell’effettivo inizio della gravidanza. Dopo aver eseguito un test di gravidanza fai da te, acquistabile in farmacia, è prassi sottoporsi a un esame del sangue per il controllo dell’ormone Beta hCG.
Questo ormone viene prodotto dalla placenta dopo il concepimento, e gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento della gravidanza.
Il test hCG è per questa ragione ampiamente utilizzato come strumento diagnostico per confermare la gravidanza.
Durante le prime settimane di gestazione, i livelli di hCG nel corpo aumentano rapidamente, raddoppiando approssimativamente ogni 48-72 ore.
Pertanto, un test hCG positivo indica generalmente una gravidanza in corso. Il test può essere eseguito sia tramite prelievo di sangue che tramite le urine, ma i test del sangue tendono ad essere più sensibili e possono rilevare l’ormone hCG in quantità più piccole rispetto ai test delle urine.
L’esame può anche essere utilizzato per determinare la datazione della gravidanza. In base ai livelli di Beta hCG, i medici possono stimare approssimativamente l’età gestazionale, ovvero le settimane di gravidanza effettive.
Questo può essere particolarmente utile nelle prime fasi della gravidanza, quando la data esatta del concepimento potrebbe non essere nota.
Stabilita con certezza la gravidanza in corso, il ginecologo fornirà un calendario degli esami del sangue da fare in gravidanza, nel quale sono indicati tutti i controlli da eseguire man mano che la gestazione procede, unitamente a controlli periodici.
Calendario degli esami del sangue da fare in gravidanza
Il calendario degli esami del sangue in gravidanza può variare leggermente a seconda del Paese, delle pratiche mediche e delle specifiche esigenze di ogni donna.
Tuttavia, in generale comprende i principali esami del sangue che vengono spesso raccomandati durante i vari trimestri di gravidanza.
Durante il primo trimestre, gli esami del sangue da fare sono i seguenti:
- esame emocromo completo: misura i livelli di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine per valutare l’emoglobina e il conteggio cellulare;
- gruppo sanguigno e fattore Rh (test di Coombs): determina il tipo di sangue e se la madre è Rh-negativa, condizione che può causare incompatibilità Rh;
- test di screening prenatale: valuta il rischio di anomalie cromosomiche nel feto;
- test per le malattie sessualmente trasmissibili, come l’HIV, la sifilide e l’epatite B: identifica potenziali infezioni che possono influenzare la salute materna e fetale;
- test per l’epatite C, noto anche come test HcVAb: rileva la presenza di anticorpi contro il virus dell’epatite C (HCV), una malattia infettiva che colpisce il fegato;
- rubeotest: determina l’immunità o l’infezione da rubeola, comunemente nota come morbillo tedesco, una malattia virale contagiosa che può causare complicanze gravi durante la gravidanza, specialmente se contratta durante i primi mesi;
- toxo test: rileva la presenza di anticorpi contro il parassita Toxoplasma gondii, responsabile della toxoplasmosi, una malattia che può rappresentare un rischio per le donne in gravidanza, in quanto può essere trasmessa al feto.
Nel secondo trimestre, invece, si procede con questi test:
- curva glicemica, nota anche come test di tolleranza al glucosio: valuta la capacità del corpo di regolare i livelli di zucchero nel sangue dopo aver assunto una dose di glucosio. Questo test viene spesso utilizzato per diagnosticare il diabete gestazionale, una forma di diabete che si sviluppa durante la gravidanza;
- esame completo della funzionalità epatica e renale: valuta la salute di fegato e reni;
- esame di coagulazione del sangue: verifica la coagulazione sanguigna per identificare eventuali anomalie;
- esame per la carenza di ferro: controlla i livelli di ferro nel sangue per prevenire l’anemia;
- esame delle malattie sessualmente trasmissibili: se necessario, possono essere ripetuti per garantire la salute continua.
Nel terzo e ultimo trimestre, si raccomanda l’esecuzione o la ripetizione dei seguenti esami:
- esame emocromo completo: per monitorare i livelli di emoglobina e il conteggio cellulare;
- test di coagulazione del sangue: viene ripetuto per garantire una coagulazione adeguata durante il parto;
- esame per la carenza di ferro: se necessario, può essere ripetuto per mantenere livelli di ferro adeguati;
- test di gruppo sanguigno e fattore Rh: se la madre è Rh-negativa, può essere ripetuto per valutare la necessità di una profilassi anti-D.
A seconda delle esigenze individuali, possono essere eseguiti ulteriori test, come monitoraggio della funzionalità tiroidea o test specifici per condizioni mediche preesistenti.
È importante sottolineare che il calendario esatto degli esami del sangue può variare in base alle indicazioni specifiche del medico e alle circostanze personali. Pertanto, è fondamentale seguire le indicazioni del proprio medico e programmare gli esami del sangue in base alle sue raccomandazioni.