I Piani Sanitari del Fondo Sanimoda prevedono la copertura delle spese sostenute per trattamenti di osteopatia, a seguito di intervento o infortunio.
L’osteopatia è una professione sanitaria individuata ufficialmente in Italia a partire dal 2018, con l’approvazione della Legge 11 gennaio 2018, n. 3; l’articolo 7 della Legge prevede, appunto, la “Individuazione e istituzione delle professioni sanitarie dell’osteopata e del chiropratico”. Il processo di regolamentazione della professione è ancora in corso.
Come si può leggere sul sito del Registro degli Osteopati Italiani, l’osteopatia è basata su
“un approccio esclusivamente manuale centrato sulla persona che si integra con la medicina e le altre professioni sanitarie nella cura e nel mantenimento della salute dei cittadini.”
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire meglio cos’è l’osteopatia, a cosa serve, e come viene svolta una seduta.
Cos’è l’osteopatia?
Di cosa parliamo in questo articolo
Fondata in America da Andrew Taylor Still nel 1874 e portata in Europa (precisamente a Londra) nel 1917 da un allievo di Still, John Martin Littlejohn, l’osteopatia consiste in un metodo per rilevare, trattare e prevenire problemi di salute intervenendo su muscoli e articolazioni di una persona, attraverso la manipolazione.
L’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito l’osteopatia tra le medicine complementari nelle sue linee guida.
Come si legge nel documento “Benchmark per la formazione in osteopatia” elaborato dall’OMS, secondo l’osteopatia il benessere dell’individuo deriva dalla relazione tra corpo, mente e spirito in condizioni di salute e di malattia, in particolare dall’integrità strutturale (ossa, muscoli, legamenti e tessuto connettivo) e funzionale dell’organismo e dalla tendenza intrinseca di quest’ultimo all’autoguarigione.
Attraverso un approccio olistico, quindi, gli osteopati si avvalgono di un’ampia serie di tecniche manuali terapeutiche finalizzate a:
- ridurre il dolore;
- aumentare la mobilità delle articolazioni;
- alleviare la tensione muscolare;
- migliorare l’afflusso di sangue ai tessuti.
In questo modo, si prefigge l’obiettivo finale di aiutare il corpo del paziente a guarire.
Quando ricorrere all’osteopatia
Il proprio medico potrebbe suggerire o raccomandare il ricorso a un osteopata in presenza di problemi muscolari, ossei o articolari, come ad esempio:
- mal di schiena lombare;
- dolore al collo;
- dolore alla spalla e al gomito (ad esempio, gomito del tennista);
- artrite;
- problemi con bacino, fianchi e gambe;
- infortuni sportivi;
- dolori muscolari e articolari associati alla guida, al lavoro o alla gravidanza. In quest’ultimo caso è importante confrontarsi prima con il proprio medico per valutare se e come ricorrere all’osteopatia.
Abbiamo spiegato che l’osteopatia presuppone un approccio olistico, che non si limita quindi solo a individuare il problema e indagarne le cause, ma “si preoccupa del modo in cui la biomeccanica del sistema muscoloscheletrico si integra con la fisiologia dell’intero organismo e la sostiene”.
Come si pratica?
Durante la prima seduta, l’osteopata indaga i sintomi denunciati dal paziente e approfondisce il suo stato di salute generale, per stabilire se il suo intervento può essere utile oppure ritiene opportuno rivolgersi a un medico specialista ed eseguire alcuni esami diagnostici.
Attraverso la manipolazione, il professionista andrà a individuare punti di debolezza o di tensione nel corpo del paziente, in particolare nella colonna vertebrale.
Per farlo, utilizza diverse tecniche manuali, tra cui:
- il massaggio, per rilasciare e rilassare i muscoli;
- l’allungamento delle articolazioni rigide;
- la movimentazione delle articolazioni;
- movimenti brevi e acuti della colonna vertebrale, che normalmente producono un “clic” simile allo schiocco delle nocche.
Queste tecniche mirano a ridurre il dolore, migliorare i movimenti e incoraggiare il flusso sanguigno.